Processo di redistribuzione della popolazione dalle aree rurali a quelle urbane. Già nella prima parte del Novecento, quasi metà della popolazione dei paesi industrializzati e circa un sesto di quella dei paesi in via di sviluppo viveva in aree urbane e le previsioni per i prossimi anni sono di un ulteriore notevole incremento delle dimensioni delle città. Si stima ad esempio che nel 2000 Città del Messico raggiungerà i 31 milioni di abitanti, Tokyo i 24 milioni e New York i 23 milioni.
La forma più estesa di agglomerato urbano è costituita oggi dalla megalopoli, un insieme sempre più vasto di città non più separate l’una dall’altra. Il New England e la costa californiana sull’oceano Pacifico rappresentano due fra i numerosi esempi di megalopoli contemporanee. I sociologi hanno individuato molteplici modelli di sviluppo urbano: vi sono ad esempio casi in cui prevale la sub-urbanizzazione, cioè si espandono progressivamente i sobborghi di una città che finiscono quindi per gravitare attorno a un comune mercato del lavoro e a una comune rete di comunicazione. Un altro modello di sviluppo è la sotto-urbanizzazione, come nel caso delle province russe, dove gli stabilimenti industriali sorsero in aree del tutto prive di infrastrutture e case. Infine vi è il modello della sovra-urbanizzazione, tipico ad esempio delle città dell’America latina.
Lo
sviluppo progressivo delle reti di comunicazione, da una parte, e l’incremento
produttivo con la conseguente espansione dei mercati, dall’altra, sembrano
indicare che nel prossimo futuro l’intero pianeta diventerà quello che viene
chiamato dai sociologi “villaggio globale”. [1][2]
Processo mediante il quale un materiale viene riportato a una fase precedente del processo di trasformazione già subito; più in concreto, si tratta della conversione dei rifiuti in materiali riutilizzabili. Il riciclaggio è una pratica la cui diffusione è strettamente legata a fattori economici, sociali, politici e tecnologici, che possono variare considerevolmente da paese a paese. Il volume pro capite dei rifiuti prodotti nei paesi in via di sviluppo è notevolmente inferiore a quello dei rifiuti prodotti nei paesi industrializzati e, ciononostante, la percentuale dei rifiuti riciclati è comunque di gran lunga superiore. Ciò è dovuto in gran parte alle ristrettezze economiche di questi paesi, in cui i poveri si guadagnano da vivere anche recuperando dai rifiuti ogni sorta di materiale riutilizzabile (vetro, plastica, carta, metalli e rottami) e rivendendolo. Nei paesi industrializzati, invece, le iniziative di riciclaggio nascono perlopiù dalla preoccupazione per lo stato dell’ambiente, dalla necessità di ridurre i consumi energetici e di risparmiare le risorse naturali del pianeta, nonché da considerazioni relative al risparmio dei costi per le industrie. Il riciclaggio viene spesso incoraggiato anche per i timori suscitati dai danni ambientali causati dai convenzionali sistemi di smaltimento dei rifiuti (discariche e inceneritori).
In genere i rifiuti prodotti dall’industria e dal settore commerciale vengono riciclati con maggiore facilità rispetto a quelli prodotti dai privati cittadini: in Italia, ad esempio, attualmente viene riciclato il 15% dei rifiuti industriali e solo il 7% di quelli domestici. La spazzatura domestica, formata da un miscuglio di materiali, in Italia è composta in media per il 28% di carta, per il 16% di materie plastiche, per il 4% di tessili e legno, per l’8% di vetro, per il 4% di metalli, per il 29% di materie organiche decomponibili e per l’11% di polveri, ceneri ecc. Ai fini del riciclaggio, ognuna di queste frazioni ha un proprio valore e deve essere, perciò, separata dalle altre.
La raccolta differenziata dei rifiuti può essere attuata in vari modi: i cittadini, ad esempio, possono selezionare i rifiuti “alla fonte” e raccoglierli in contenitori separati; in alternativa, la separazione può essere effettuata in appositi impianti o collocando in posizione opportuna speciali campane e cassonetti per la raccolta della carta, del vetro, delle lattine e dei contenitori in plastica.
In molti paesi industrializzati si sta cercando di promuovere il riciclaggio attraverso leggi e incentivi economici. In Germania, ad esempio, un nuovo decreto ha imposto ai rivenditori l’obbligo di ritirare gli imballaggi dei prodotti venduti. Per quanto riguarda l’Italia, diverse leggi obbligano le regioni a favorire la raccolta differenziata dei rifiuti e impongono ai comuni di istituire un servizio per la raccolta differenziata e lo smaltimento di batterie e pile, medicinali, prodotti tossici e infiammabili, contenitori in vetro, alluminio o plastica.
Cosa entra e cosa esce da una città |
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Cosa entra? Energia:è indispensabile per: -il funzionamento del sistema produttivo; -il riscaldamento civile, la cottura dei cibi, il funzionamento degli
elettrodomestici; -i trasporti urbani (carburanti); -un buon
funzionamento del sistema informativo e culturale Essa deriva: - dalle
centrali idroelettriche o termoelettriche; dai combustibili, dai
carburanti; se rinnovabile, direttamente dal Sole o dal vento. Acqua: è indispensabile per la salute dell'uomo,
l'agricoltura,il verde urbano. Essa
serve per: -usi
civili {acqua potabile): alimentazione, igiene personale e della casa,
cottura dei cibi ecc.; -usi
ricreativi: piscine, laghetti artificiali, fontane ecc.; -il sistema
produttivo; -la
definizione della «forma» urbana {fiumi, canali, sistemazione del
territorio). iene: -essa proviene dalle fonti di approvvigionamento
attraverso l'acquedotto Alimenti: sono indispensabili per la vita
dell'uomo.
Essi
derivano dall'agricoltura e dall'allevamento. La loro distribuzione e la loro
commercializzazione dipendono dal sistema dei trasporti e sono influenzate
dal sistema informativo e culturale. Prodotti di consumo.La
città non è in grado di produrre al suo interno tutto ciò che le è
necessario, per cui debbono
arrivare dal sistema produttivo vari
prodotti di consumo. Essi provengono dalle grandi industrie italiane ed estere attraverso il sistema di
trasporti e il loro consumo è influenzato dal sistema informativo (pubblicità e informazioni varie) e
culturale (storia, tradizioni e stili di vita). Aria: è indispensabile per la vita
dell'uomo. Essi derivano dall'agricoltura e dall'allevamento. La loro
distribuzione e la loro commercializzazione dipendono dal sistema dei
trasporti e sono influenzate dal
sistema informativo e culturale. Informazione. Nella città entrano informazioni
attraverso giornali, televisione, radio, telefono, fax, internet, libri ecc.
Le informazioni viaggiano con il sistema dei trasporti (giornali, libri,
cartelloni pubblicitari) o attraverso cavi
(televisione, radio, telefoni, fax, internet ecc.). Essa proviene da:
zone circostanti,altre città o altri Paesi. Cultura
Nella città entra con i mezzi di comunicazione, i libri, i giornali,
la televisione, la radio oltre che attraverso spettacoli teatrali e
cinematografici, attraverso opere d'arte esposte in mostre e musei ecc. Arriva attraverso il
sistema dei trasporti o attraverso cavi. Forza lavoro Nella città entra sotto forma di
personale che lavora in scuole, uffici, fabbriche, centri culturali e commerciali ecc. Arriva
attraverso il sistema dei trasporti pubblici o privati. Essa proviene
dall'estero, da altre parti d'ltalia o da zone periferiche. Denaro Esso è indispensabile per soddisfare qualsiasi necessità, dal momento
che la città è inserita in un sismaeconomico in cui ogni bene acquistato è
scambiato con denaro. Esso
proviene direttamente dalla Zecca di Stato o indirettamente attraverso
attività commerciali, produttive, turistiche
ecc. Cosa esce?
Acqua inquinata Aria inquinata Rumore Rifiuti |
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Rifiuti biodegradabili.
I rifiuti
urbani biodegradabili comprendono i rifiuti domestici o da altre fonti
urbane, quali i rifiuti alimentari e da giardino, la carta e il cartone, le
materie tessili, il legno e altri rifiuti biodegradabili vari, come i mobili
in legno. Per
citare la relazione, “l’esperienza dei paesi e delle regioni che sono
riusciti a dirottare grandi i quantità di rifiuti urbani biodegradabili verso
destinazioni diverse dalle discariche costituisce una solida indicazione
della necessità di disporre, a livello nazionale, di un pacchetto integrato
di opzioni, al fine di raggiungere significativi tassi di riduzione dei
rifiuti da collocare a discarica”. In particolare,
i paesi che presentano significativi tassi di riduzione dei rifiuti urbani
biodegradabili da collocare a discarica si avvalgono di un insieme di misure
comprendenti la raccolta differenziata (raccolta separata dei rifiuti urbani
biodegradabili rispetto ad altri flussi di rifiuti), il trattamento termico
(soprattutto sotto forma di incenerimento), il compostaggio centralizzato e
il riciclaggio di materiali. Nella relazione
si afferma che l’ampia diffusione di impianti per la raccolta differenziata e
l’esistenza di mercati adeguati per i materiali raccolti sembrano necessari
al fine di ottenere significativi tassi di riduzione dei rifiuti da collocare
a discarica e significativi tassi di riutilizzo, di riciclaggio e di
compostaggio. La relazione
raccomanda agli Stati di prendere in considerazione l’opportunità di
includere, nella loro strategia nazionale, la separazione alla fonte dei
rifiuti urbani biodegradabili dagli altri rifiuti. In essa si rileva peraltro
che anche gli incentivi fiscali e le restrizioni al collocamento a discarica
e all’incenerimento di determinati rifiuti sono parti di una strategia di successo. Alcuni paesi
hanno adottato o stanno contemplando la possibilità di adottare un divieto
assoluto di collocare a discarica l’intera parte biodegradabile del flusso di
rifiuti urbani, mentre altri hanno introdotto tasse che fanno lievitare il
costo del collocamento a discarica al fine di rendere le opzioni di recupero
più convenienti sotto il profilo economico. L’approccio ottimale, secondo la
relazione, potrebbe consistere in un connubio di progressive restrizioni al
collocamento a discarica e di un sistema tributario che dilati il costo del
collocamento a discarica fino a renderlo finanziariamente svantaggioso. La relazione
sottolinea che la creazione e il mantenimento di mercati e sbocchi adeguati
per il compost e altri prodotti finali sono essenziali per il successo delle
strategie nazionali. Essa avverte che, in assenza di sbocchi affidabili, i
paesi e le regioni che stanno investendo massicciamente nella raccolta
differenziata rischiano di dover far fronte ad un nuovo problema di gestione
dei rifiuti. Il numero di
opzioni collaudate disponibili per il trattamento dei rifiuti urbani
biodegradabili con metodi diversi dal collocamento a discarica è per il
momento relativamente ridotto. Le tre opzioni
principali sono l’incenerimento con recupero di energia (principalmente della
parte biodegradabile dei rifiuti misti), il compostaggio centralizzato
(principalmente di rifiuti da giardino e, in misura minore, di rifiuti
alimentari) e il riciclaggio di materiali (principalmente di rifiuti di carta
e cartone). Anche le
tecnologie più recenti o emergenti, quali la gassificazione e la termolisi,
possono svolgere un ruolo di rilievo nell’ambito delle strategie nazionali. La relazione
pone l’accento sulla necessità che ciascun paese si doti di un sistema di
sorveglianza e di gestione che gli consenta di rilevare costantemente la
produzione e la gestione dei rifiuti urbani biodegradabili. Essa mette in
luce l’esistenza di lacune considerevoli nelle informazioni relative ai
rifiuti urbani biodegradabili disponibili a livello nazionale e sottolinea
l’importanza di proseguire le attività volte alla creazione di sistemi
armonizzati di raccolta e di comunicazione dei dati “per fare in modo che le
informazioni affidabili sul flusso dei rifiuti diventino la regola, non l’eccezione. |
Il numero di
opzioni collaudate disponibili per il trattamento dei rifiuti urbani
biodegradabili con metodi diversi dal collocamento a discarica è per il momento
relativamente ridotto. Le tre opzioni principali sono l’incenerimento con
recupero di energia (principalmente della parte biodegradabile dei rifiuti
misti), il compostaggio centralizzato (principalmente di rifiuti da giardino e,
in misura minore, di rifiuti alimentari) e il riciclaggio di materiali
(principalmente di rifiuti di carta e cartone).
Anche le
tecnologie più recenti o emergenti, quali la gassificazione e la termolisi,
possono svolgere un ruolo di rilievo nell’ambito delle strategie nazionali.
La relazione pone l’accento sulla necessità che ciascun paese si doti di un sistema di sorveglianza e di gestione che gli consenta di rilevare costantemente la produzione e la gestione dei rifiuti urbani biodegradabili. Essa mette in luce l’esistenza di lacune considerevoli nelle informazioni relative ai rifiuti urbani biodegradabili disponibili a livello nazionale e sottolinea l’importanza di proseguire le attività volte alla creazione di sistemi armonizzati di raccolta e di comunicazione dei dati “per fare in modo che le informazioni affidabili sul flusso dei rifiuti diventino la regola e non l’eccezione.
I rifiuti in Italia |
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se ogni 15 giorni in Campania è emergenza
rifiuti, il problema non è tecnico o amministrativo. E' un problema di senso
civico, e in quanto tale, politico. Anche perché dopo 13 anni di
commissariamento "straordinario", fra ministero, regione, comuni,
province, sarebbe difficile ricostruire le responsabilità formali di questa
situazione kafkiana. Nella sostanza invece il problema è
chiarissimo: in Campania in questi anni di continue emergenze, sono stati costruiti
molti impianti di trattamento dei rifiuti. Ma dopo averli separati, trattati
trasformati, i rifiuti non spariscono. Poi occorrerebbe incenerirli. Ma,
sull'incenerimento, la classe politica non se la sente di affrontare il
dissenso dei cittadini dei comuni dove gli impianti dovrebbero essere
localizzati. Di qui, l'intasamento dei siti di stoccaggio provvisorio, e la
necessità di bruciare altrove i rifiuti. Certo, ci sarebbe molto da indagare sugli
oscuri fomentatori di tante rivolte "spontanee". Ma, evocare la
camorra non serve, visto che c'è chi sostiene esplicitamente questo dissenso,
dai sindaci dei comuni interessati al vescovo, dagli ambientalisti ai
rappresentanti di numerosi partiti. Per rispondere, non servirebbero scienziati
o super esperti, che sono facilmente sospettati di fare gli interessi delle
imprese. Anzi non occorrerebbe rispondere. Basterebbe un bravo giornalista
che li intervistasse e che li costringesse a spiegare perché solo in Campania
gli impianti di termovalorizzazione (gli inceneritori, per capirci) sarebbero
dannosi alla salute e all'ambiente e non a Brescia, a Ravenna, a Reggio
Emilia o in Germania, dove in questi anni sono stati trasportate, e smaltite
in sicurezza, migliaia di tonnellate di rifiuti campani. Il vescovo di Acerra dovrebbe spiegare
perché altrove la gestione dei rifiuti non è materia di fede e Pecoraro
Scanio o Bertinotti perché nelle città e nelle regioni dotate di inceneritori
i loro partiti fanno parte delle maggioranze di governo ed esprimono
assessori all'ambiente che amministrano normalmente anche questa parte del
ciclo dei rifiuti. Greenpeace e WWF dovrebbero commentare le
scelte dei paesi ambientalmente più evoluti come Certo, un simile dibattito non basterebbe
a risolvere d'incanto tutti i dissensi. Ma servirebbe a abbattere molti
luoghi comuni che appaiono veri solo perché nessuno si preoccupa di smentirli
. E potrebbe bastare al sindaco di Montichiari per condurre una trattativa
pubblica con Bassolino: |
I RIFIUTI SOLIDI
URBANI
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La
società dei rifiuti,la società dei consumi
I rifiuti sono
diventati ormai un problema ambientale allarmante. Si trovano nelle
strade,nei giardini,abbandonati nell’ambiente. La parte visibile di tutti
questi oggetti scartati dall’uomo offende senza dubbio il senso di pulizia ed
igiene dei cittadini e causa un enorme danno all’ambiente. Inoltre, accanto
ai rifiuti evidenti ed ingombranti, esiste tutto un insieme di sostanze derivanti
dagli stessi rifiuti che inquinano le falde acquifere, il suolo e l’aria e
possono passare inosservate.
Produrre rifiuti
non è una prerogativa solo dell’uomo. Anche nei cicli naturali si ha la
produzione di sostanze di scarto ma in natura,a differenza di quanto succede
nelle attività umane,quello che è rifiuto in un caso è risorsa sotto un altro
aspetto. In natura i rifiuti non sono quasi mai un problema perché tutto
viene usato e riciclato. All’interno dell’ecosistema,gli organismi sono organizzati
in un complesso sistema di relazioni e catene alimentari. La catena
alimentare è organizzata in modo che nulla venga sprecato. Ci sono i
produttori,le piante,che utilizzando sostanze inorganiche producono sostanza
organica; i consumatori,gli animali,che si cibano di sostanza organica e i
decompositori che decompongono la
sostanza morta degradandola nuovamente a sostanza inorganica riutilizzabile
dai produttori. In natura,seguendo questo ciclo,ogni rifiuto è considerato
una risorsa.
Classificazione
dei rifiuti
Il decreto legislativo n. 22 del 5 Febbraio 1997 "Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio" definisce rifiuto: "qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi". Lo stesso decreto classifica i rifiuti in base alla loro origine, in
rifiuti urbani e rifiuti speciali, e secondo le caratteristiche, in rifiuti
pericolosi e rifiuti non pericolosi. Si possono quindi distinguere le seguenti categorie di rifiuti: Rifiuti urbani non pericolosi Rifiuti urbani pericolosi Rifiuti speciali non pericolosi Rifiuti speciali pericolosi.
Produzione di rifiuti urbani nella
UE
Secondo i dati
forniti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e da Eurostat nel 1997 i Paesi
dell’ Unione Europea hanno generato circa 190 milioni di tonnellate di
rifiuti urbani pari ad una produzione pro-capite di Produzione di RU in Italia
E’ necessario
sottolineare anche il progressivo aumento del volume dei rifiuti. Se fino a
circa 15 anni fa un metro cubo di rifiuti corrispondeva a 150- |
Raccolta differenziata
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Perché è importante la raccolta differenziata?Oggi come oggi la raccolta differenziata è uno dei
fondamentali elementi per evitare la catastrofe ambientale a cui stiamo
andando incontro. La raccolta differenziata dei rifiuti permette di
riciclare e reimpiegare parte dei rifiuti prodotti. Essa può essere effettuata perché gran parte dei rifiuti
mantiene un “valore” costituito dalle materie prime con cui è stato prodotto
e dall’energia necessaria alla sua fabbricazione.La raccolta differenziata
consente di ridurre il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento. In Italia solo il 6% sul totale dei rifiuti prodotti viene
recuperata e riciclata.
75% 15 % RIFIUTI 100% |
Discarica
Recuperando i rifiuti si
ottiene:
minore consumo di materie prime
ed energia;
ottimizzazione del
sistema globale di gestione dei rifiuti;
minore produzione di rifiuti da
smaltire;
occupazione e espansione del
mercato delle materie prime secondarie
DECRETI
LEGGI
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VANTAGGI
Riduzione del quantitativo
di rifiuti destinati allo smaltimento finale;
Il materiale, più
omogeneo e selezionato, consente di ottenere prodotti riciclati di
migliore livello e commerciabilità.
Svantaggi
Alcuni svantaggi che può avere la raccolta differenziata
possono essere:
Specifico e alto volume;
Riorganizzare tutto il sistema
di raccolta di RU;maggiore impegno da parte dell’utenza;problemi di igiene
urbana;
Necessita’ di un impianto
di separazione delle frazioni recuperabili
LO
SMALTIMENTO
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1.Impianto di discarica 3.Il procedimento per trasformare
il biogas in fonti di energia. |
Il problema dello smaltimento dei rifiuti, oggi, è di primaria
importanza. Infatti l’incremento incontrollato della popolazione fa
riscontrare un accumulo di rifiuti e di scarichi di liquami nell’ambiente.
Tali rifiuti diventano inquinanti nel momento in cui non riescono più ad
inserirsi nei processi ciclici di trasformazione della materia e dell’energia
all’interno dell’ecosistema. Le attività produttive dell’uomo generano tre tipologie di
rifiuti: rifiuti solidi urbani (RSU), rifiuti speciali (RS), rifiuti tossici
nocivi (RTN). Attualmente i sistemi di smaltimento dei rifiuti più
utilizzati sono: la discarica, l’inceneritore ed il riciclaggio. La discarica controllata consente il definitivo stoccaggio
dei rifiuti sul o nel suolo, eliminando i rischi di inquinamento per
l’ambiente circostante. La fermentazione anaerobica della parte di rifiuti
costituita da materie organiche produce gas di fermentazione (biogas) che
vanno incanalate per evitare incendi ed esplosioni. La loro è data
principalmente dal metano, il cui recupero a fini energetici è economicamente
conveniente solo per i grandi impianti. Due sono i metodi per la discarica
controllata: quello a trincea o a scomparti e quello delle superfici. Nel
primo caso, i rifiuti vengono scaricati in buche modulari di media dimensione
progressivamente utilizzati, per la copertura si impiega il materiale di
scavo. Nel secondo metodo, i rifiuti vengono scaricati in un solo punto e
quindi sparsi al suolo; il materiale di copertura proviene dall’esterno. Per
entrambi i metodi i rifiuti sono depositati in strati successivi di 2- Gli inceneritori consistono essenzialmente nella
combustione dei rifiuti in appositi forni, progettati e costruiti tenendo
conto della specificità dei materiali dei rifiuti; esso è regolato da
specifiche norme tecniche che perseguono il fine di evitare emissioni nocive.
Le temperature non devono essere inferiori a Il riciclaggio non trova ancora adeguata applicazione in
Italia. Esso infatti comporta la raccolta differenziata che a sua volta implica
impegno e coscienza civile da parte dei cittadini, una ulteriore selezione
dei rifiuti, dispositivi di macinazione e macchinari che trasformano i
residui in modo da renderli utilizzabili industrialmente. Il riciclaggio
prevede la suddivisione tra materiali organici, ferrosi e organici non
putrescibili. I primi vengono usati come concimi; gli altri dopo esserre
stati opportunamente trattati, diventano materia prima di vari processi
produttivi. Le strutture che consentono il riciclaggio comportano dei costi e
un’organizzazione considerevole, il che scoraggia molti stati ad
intraprendere questa via. |